L’evoluzione dentro di sé: la riscoperta

L’evoluzione dentro di sé: la riscoperta

Più che di riscoperta, dovremmo parlare di risveglio, intuizione, rinascita.

Parlare della necessità di cominciare a pensarsi in maniera diversa, vedendo le cose da un altro punto di vista.

Non è certo facile fare questo, essendo pervasi fino al midollo da un’idea della vita così ridotta e bislacca, da problemi quotidiani di ogni ordine e grandezza, intesi come unica dimensione della vita.

In ogni caso, per allargare la nostra visione, per portarla oltre questa arbitraria riduzione, c’è una strada obbligata da fare, da percorrere, che non risparmia nessuno.

Questa strada è un’intima esplorazione, è un viaggio dentro di sé.

Essa passa da un lavoro di consapevolezza, di riflessione, di osservazione e riconoscimento. Soprattutto passa dall’arricchimento esperienziale che la vita ci dona in ogni attimo di essa.

È un esercizio vero e proprio, che presuppone la conoscenza, l’apprendimento e la pratica nella realtà.

Abbiamo visto spess quante trappole e quanti meccanismi coercitivi impediscono il naturale evolvere della coscienza; abbiamo detto tante volte come la sofferenza non solo risulti da questa indebita riduzione ma sia proprio una spinta amorevole verso questo processo.

In ogni caso, con o senza il favore delle circostanze, è qualcosa che deve accadere dentro di noi.

Evoluzione, un cammino dentro di noi

Un percorso da fare affidandosi a sé

È sempre stato così e sempre sarà.

L’idea che tale esperienza possa essere affidata a qualcun altro – politica, religione, medicina, guru, partner, ecc. – è una pia illusione che arresta l’evoluzione e impedisce l’affermazione della responsabilità necessaria.

Questo stato di cose crea dipendenza e attaccamento e quindi sofferenza che, spesso, esaspera e rinforza ancora di più la perversione.

I veri “maestri”, la vera educazione, la vera medicina, il vero aiuto, devono farsi interpreti di questa realtà, di questa chiave di lettura e distinguersi per coerenza e per umana, autentica, disponibilità.

Tutto il resto, per quanto ci risulti normale, perfino indispensabile (pensate all’attuale medicina o all’ordine giuridico) è figlio di questo sistema e di questa “sotto cultura” del vivere.

Cultura animata dal potere e dal controllo, dall’arroganza e dalla sopraffazione, dall’ignoranza e dalla manipolazione, dall’egoismo e dal tornaconto, dalla paura e dalla disperazione.

Non porterà l’umanità da nessuna parte, se non verso l’inasprimento dei toni e verso pesanti conseguenze, nel tentativo ultimo di condurci a una debita riflessione sulla vita.

L’evoluzione è dentro ognuno di noi

C’è molto da fare, è vero! Ma l’evoluzione è dentro ognuno di noi e vi è come stato naturale della coscienza stessa.

Vi è come senso della vita e come riflesso dell’Universo che all’uomo ha riservato questo compito e questa possibilità.

Nessun tentativo logico/razionale può spiegare il senso dell’esistenza, se non, di nuovo, per riduzione cinico/materialistica di questa stessa nostra civiltà.

Non è certamente facendo finta di non vedere, evitando le domande “chi siamo, cosa siamo”, o “perché moriamo”, che possiamo pensare di avere risolto le cose.

Nella ripresa di questo orizzonte di riferimento, chiamato, forse impropriamente, “spirituale” (impropriamente solo perché può generare fraintendimenti con qualcosa di remota memoria) si creano i presupposti per riconoscere i nostri equivoci, per allontanarci dalle nostre illusioni.

Questo passaggio è fondamentale e va anche detto che non ci si può rimproverare nulla a riguardo.

Si può solo far notare che se si rimane incagliati, si continua a riprodurre lo stesso gioco, la stessa riduzione, e quindi tutta la sofferenza e tutto il mal-essere di cui siamo partecipi.

Naturalmente tutto questo ha notevole rilevanza sul nostro sistema nervoso e un grande effetto sulle nostre condizioni di salute, vuoi per reazioni endogene improprie (pensieri, emozioni, stati d’animo, stati energetici, ecc.), vuoi per comportamenti contro la nostra natura e costituzione (stile di vita e alimentazione in testa).

Giaguaro, la forza vitale

La cultura sciamanica

Sono molto attratto dalla cultura sciamanica: la mia esperienza professionale e di vita, prima di questo approfondimento, mi aveva già rivelato alcune profonde verità.

Come tante altre tradizioni del passato, la “medicina” degli sciamani racconta molto bene questo percorso.

Ciò che la distingue è la rappresentazione delle varie fasi del processo attraverso le caratteristiche di diversi animali.

Evoluzione dentro di sé: il serpente

Al serpente è riservata la parte istintuale, il legame con la terra e con la natura delle cose, ma anche la proprietà di cambiare pelle, identità.

Nell’attaccamento e nella dipendenza temiamo il cambiamento e, in questo modo, perdiamo la possibilità di sperimentare nuovi modi di essere che potrebbero renderci più felici o rivelarci parti di noi, lontane dal condizionamento e dalle ferite patite.

Il giaguaro

Al giaguaro tocca l’idea della forza vitale, del coraggio.

Il giaguaro vive libero dalla paura, non ha bisogno di dar prova di sé, vive una vita sicura ed equilibrata.

Incarnare la saggezza del giaguaro ci dà la fiducia necessaria per avventurarci ed esplorare con coraggio, sicuri di dirigerci là dove dobbiamo andare, agendo in sincronia con lo scopo della nostra vita.

Il giaguaro ci restituisce potere e fiducia.

Il colibrì

Al colibrì è riservata l’idea dell’immobilità, intesa come imperturbabilità rispetto agli eventi e al chiasso di una mente ossessionata da sfide, drammi e dettagli quotidiani.

E’ la capacità di mantenere la pace interiore qualunque cosa accada intorno a noi.

Ma anche quella di poter avventurarsi in territori inesplorati e trasformare la nostra vita in un viaggio epico, a prescindere da quanti siano gli oceani da attraversare.

Il colibrì rappresenta un radicale cambiamento di consapevolezza; affida alla coscienza interiore il viaggio della propria anima.

L’aquila

E per finire l’acquila, ovvero la capacità di vedere i dettagli e l’immensità del creato.

La serenità che la visione dell’aquila procura, dissolve l’illusione della separazione e ci riconnette in un disegno molto più ampio, in una coscienza molto più vasta.

Al pari di un’onda del mare, siamo individui distinti e unici, ma allo stesso tempo non siamo mai separati dal mare, dalla nostra origine.

Il dono dell’aquilaconsiste nella capacità di ricominciare da zero, liberi dalle vecchie storie su chi siamo, svincolati dalle aspettative, dalle paure o dai dubbi.

Così gli sciamani disegnano il processo della vita, della consapevolezza.

Una mappa, un orientamento, che ridona senso e gratitudine per ogni attimo, per ogni difficoltà, perché se ne contempla il significato e l’opportunità di apprendimento e di crescita.

L’evoluzione, un lavoro da compiere su di sé

C’è quindi un lavoro da compiere su sé stessi, una strada da percorrere, lunga e tortuosa.

Ma è altrettanto affascinante e appagante, per la propria esistenza, per la propria salute e per il futuro del mondo.

Naturalmente il “risveglio” non ci assolve dal dovere di affinare il nostro pensiero.

Di migliorare i nostri atteggiamenti e comportamenti, avendo cura e considerazione della nostra dimensione fisica.

Un’ultima cosa, che mi è particolarmente cara e chiara, che di norma avviene spontaneamente dettata dal senso del dovere e come atto di gratitudine.

L’evoluzione di sé e la visione del tutto di cui si è indissolubilmente parte, contempla il compito e l’intenzione di condividere con gli altri ciò che realmente è e ciò che si è imparato.

Non occorrono grandi sforzi e grandi propositi.

Tutto accade da solo, semplicemente, attraverso la coerenza del proprio essere e del proprio fare, una volta liberati dalle pene della paura e della solitudine.

Questo perché così è scritto nella legge della coscienza e dell’amore universale.

Corrado Ceschinelli

Colibrì, immobilità