Il futuro è la medicina olistica.

Si tratta solo di comprendere cosa si deve intendere con questo termine.

Il termine “olistico” deriva dalla parola greca holos, che significa “Il tutto”, “l’insieme”.

La medicina olistica è quella medicina che previene e cura le malattie e il cancro interessandosi della globalità dell’essere umano, visto a 360° (si cura la persona prima della malattia).

 

L’essere umano viene pertanto considerato in tutte le sue dimensioni materiali e immateriali, e viene visto anche nella sua singolare specificità e in rapporto al suo ambiente di vita e di lavoro.

La medicina olistica pertanto si basa su tre grossi pilastri: globalità, specificità dell’essere umano e ambiente materiale ed immateriale di vita e di lavoro.

La medicina olistica non è una medicina alternativa alla medicina ufficiale, bensì integrativa.

Non si possono buttare a mare decenni di ricerca scientifica, e nemmeno i robusti dati teorici e pratici fondati sull’evidenza clinica.

 

Sarebbe come se, dopo aver lavato un bambino, buttassimo a mare sia il bambino sia l’acqua sporca.

 

Il bambino va tenuto saldo fra le mani, va buttata invece solo l’acqua sporca, che metaforicamente rappresenta tutti quegli interessi organizzati che condizionano buona parte delle nostre convinzioni, come medici e come pazienti e, quindi, buona parte della prassi medica conseguenziale.

Non si può pensare di curare con efficacia ed efficienza qualunque malattia, (dal semplice raffreddore al cancro), pensando solo all’organo ammalato, trascurando la globalità e la specificità dell’essere umano, disinteressandosi del vissuto del paziente e separandolo dal contesto sociale, ambientale e culturale in cui quel paziente vive ed opera.

LA MEDICINA OLISTICA È PIÙ SCIENTIFICA

L’esperienza clinica e una montagna di dati provenienti dalla letteratura scientifica, dimostrano che la medicina olistica è molto più efficace ed efficiente della sola Medicina ufficiale.

 

Sicuramente, anche per quanto detto, intuirai o comprenderai che la medicina olistica è molto più scientifica della sola medicina tradizionale.

Se capita qualcosa, che non riusciamo a comprendere, è perché quel qualcosa o quel particolare evento è determinato da leggi che non conosciamo ancora.

Più aumentano le nostre conoscenze delle leggi che governano gli eventi di questo mondo, più aumentano le nostre capacità di prevedere e di controllare questi eventi.

 

Più aumentano queste conoscenze, più aumentano i poteri del singolo individuo e della collettività.

Anche l’insorgenza delle malattie, e il loro esito, non è mai casuale ma è determinato da delle leggi.

Sarai sicuramente d’accordo con me che queste leggi, conosciute o non conosciute, sono valide per ogni individuo e per ogni medico.

Più sono le leggi che conosciamo in merito alla nascita e all’evoluzione delle malattie, più aumenta il potere di prevedere, prevenire e controllare volontariamente tali eventi.

Non posso costruire una nuova medicina per ogni legge esistente e/o per ogni nuova legge che scopro.

 

Rischierei così di creare tantissime medicine diverse, ciascuna con il proprio “orto da coltivare”.

Medicina ufficiale occidentale, medicina tradizionale cinese, varie medicine definite complementari o integrative, medicine alternative (medicina antroposofica, medicina Ayurvedica, medicina energetica, medicina omeopatica, metamedicina, omotossicologia, nuova medicina germanica (Hamer), medicina esogetica etc.).

Magari ognuna di queste medicine ha colto e coglie qualche verità che deriva dalla scoperta e/o dall’intuizione di qualche determinata legge.

 

Le leggi sono però tantissime, e ognuna svolge sempre il suo ruolo.

Essendo le leggi universali sempre valide per tutti, la conoscenza e l’applicazione di tutte le leggi attualmente conosciute, in ogni singolo caso, mi garantisce il massimo risultato in termini di efficacia e di efficienza.

LA MEDICINA DEVE ESSERE UNA

La logica conseguenza è che la medicina deve essere una.
Questa medicina unica, che può contenere al suo interno le conoscenze derivanti da risultati replicabili e verificabili, provenienti da altri saperi, si chiama medicina olistica.

La medicina olistica, come avrai già capito, pur accettando i saperi della medicina tradizionale basati sul metodo scientifico, rivoluziona completamente la visione della malattia e della guarigione, con il conseguente diverso approccio.

Vediamo quali sono le principali differenze, fra la medicina tradizionale e la medicina olistica.

Nella medicina tradizionale, il paziente ha un ruolo prevalentemente passivo. Sono gli agenti esterni i veri responsabili delle malattie.

 

Se vieni in contatto con il virus dell’epatite C, ti ammali di epatite C; se vieni in contatto con il virus dell’HIV, ti ammali di AIDS (e potrei continuare).

 

Lo stesso è per i tumori: se vieni in contatto con i cancerogeni, ti ammali di cancro.

Le cause sono esterne, i responsabili variano a seconda del tipo di malattia:
virus, funghi, batteri, inquinanti, cancerogeni etc.

Le singole malattie sono quindi il prodotto di agenti esterni, che innescano un processo biologico pressoché autonomo ed indipendente dalla personalità, dal vissuto, dagli obiettivi, dal contesto sociale, culturale ed ambientale dello specifico paziente.

Sono poi, sostanzialmente, sempre degli agenti esterni che determinano l’eventuale guarigione: farmaci, interventi, radioterapia etc.

La conseguenza pratica è che, nella medicina tradizionale, la malattia viene affrontata indipendentemente dal vissuto soggettivo del paziente, dalle cause e dal contesto sociale, culturale ed ambientale.

Se qualche volta hai avuto bisogno del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), saprai sicuramente che questo è quello che prevalentemente avviene.

Per la medicina olistica, invece, ogni paziente svolge un ruolo attivo ed è prevalentemente lo stesso individuo il responsabile della propria salute e della propria malattia, soprattutto attraverso le sue scelte, o meglio, attraverso i suoi pensieri, le sue parole, le sue opere e le sue omissioni.

Per la medicina olistica il percorso di guarigione prevede il pieno coinvolgimento del paziente, la sua partecipazione attiva e lo sviluppo delle sue potenzialità.

Impostazione quest’ultima che parte dalla piena consapevolezza che in ogni paziente esistono risorse, energie e possibilità che favoriscono od ostacolano un percorso di guarigione.

Ogni vero cammino terapeutico è un cammino di crescita interiore.

Ogni paziente può sprigionare ed esercitare il suo potere attraverso le sue convinzioni, le sue intenzioni (obiettivi), le sue attenzioni (focus), le sue interpretazioni, le sue azioni e le sue omissioni.

Si tratta di una medicina che, pur non trascurando il ruolo degli agenti esterni, nella nascita delle malattie e nella loro guarigione (farmaci, interventi chirurgici, etc.), assegna un ruolo importantissimo alle forze interne del paziente che possono essere mobilizzate.

Forze che si riescono a mettere in campo solo se si conoscono e se si riesce a coinvolgere il singolo paziente.

Il medico cura, ma è il paziente che guarisce. Il medico indica la strada, ma è il paziente che deve percorrerla.

 

Molte volte la via che porta alla guarigione è in salita e richiede forti motivazioni.

Alla radice di moltissime guarigioni miracolose, ci sono queste potentissime energie interne che si sono inconsapevolmente mobilizzate.

Il compito di noi medici è di conoscere tutte queste leggi del mondo esterno, ma anche del mondo interno, sia materiale che immateriale.

 

Conoscere, quindi, anche le cosiddette leggi dello spirito, per poterle poi applicare in ogni singolo paziente.

L’impossibile così diventa possibile.